Bellezza senza canoni

Bellezza senza canoni

Se c’è una cosa in cui credo fermamente è la bellezza singolare, questo è il modo in cui mi piace definirla. Mi spiego meglio. Parlo di quell’aspetto che ogni persona ha e per cui si fa ricordare e che non lascia margini a critiche.

In questo momento dove i canoni di bellezza sono caduti ed è la “diversità”, intesa nel suo aspetto positivo, la fa da padrona, ancora di più mi convinco che la bellezza non è altro che l’accettazione di se stesse e delle proprie caratteristiche, lasciando perdere le regole che per troppo tempo hanno schiavizzato le persone: altezza, magrezza, 90-60-90, gli occhi azzurri, ecc…

La bellezza non è un punto di partenza ma una conquista, è la frase che da molti anni accompagna me e il mio lavoro, ed è anche il mio studio, mi è capitata per caso guardando la tv ed è stata Susy Blady a coniarla.

E rimasta lì, nella mia mente, per anni, finché non ho capito qual’era il suo vero significato: non importa se nasci con le gambe lunghe, muscolosa, con gli occhi azzurri, ho sei hai una linea invidiabile la cosa fondamentale è guardarsi allo specchio e vedere non i propri difetti ma i propri pregi, essere felici di ciò che rappresentate perché non è uniformandovi alla massa che sarete notate ma solo evidenziando le vostre potenzialità. (Questa è mia invece).

Ogni individuo ha la propria bellezza deve solo scoprirla e tirarla fuori: può essere il viso, le caviglie, le mani gli occhi od il sorriso, non esiste una persona brutta al mondo e il mio scopo è quello di carpire il loro “talento”.

Prendete per esempio le campionesse sportive, ne abbiamo avute tante in questo ultimo anno, loro dovrebbero essere antitesi della bellezza poiché spesso e volentieri i loro corpi si modificano in base alla attività e diventano estranei ai canoni dettati dalla moda ma non ho visto nulla di brutto osservandole durante le loro gare anzi c’era femminilità e grazia in ogni loro gesto, in ogni loro espressione.

Una particolare attenzione va data alle atlete paralimpiche che invece di nascondere le loro evidenti “differenze” ne fanno un punto di forza, basti pensare alle mascherine per occhi di Assunta Legnante ipovedente che mette in risalto la sua disabilità facendone un punto di forza, quasi un vanto.

Oppure le tre campionesse dei 100 metri oro, argento e bronzo alle paralimpiadi unghie smaltate, un filo di trucco, attenzione all’acconciatura, tutti elementi apparentemente inutili al loro scopo ma che permettono di sentirsi soddisfatte e felici del loro aspetto nonostante le protesi, pensate che loro si vedano brutte davanti allo specchio? Hanno saputo andare oltre il concetto di bellezza classico e piacere per quello che sono anche fisicamente, perché si può essere belle fuori solo se si è belle dentro!

Volete altri esempi: Antonella Palmisano, medaglia d’oro nei 50 km di marcia aveva un fiore nei capelli cucito dalla madre e la nail art sulle mani che inneggiava alla vittoria e alla sua italianità, oppure Giorgia Bordignon nel sollevamento pesi si è aggiudicata un argento ma sfido chiunque a non ritenerla femminile nonostante i suoi possenti muscoli.

Cosa accomuna tutte queste donne? La loro tenacia, la loro forza di volontà, l’amore per loro stesse e per il loro corpo di cui si prendono cura e che rispettano altrimenti non avrebbero raggiunto così alti traguardi.

Questo è il mio concetto di bellezza: donne che credono nelle loro potenzialità e non vedono limiti anzi li considerano opportunità, questo dovrebbe fare un estetista o meglio questo cerco di fare io, individuare i punti forti di una cliente per esaltarli e nel caso di quelli deboli cercare di farli diventare complici della loro unicità. Non conta quanto pesi, quanto sei alta, non contano le tue forme ma quanta consapevolezza hai di te stessa e quanto ti vuoi bene, impegnare il proprio tempo su noi stesse non è sintomo di vanità ma amore per la propria persona.

Annalisa Comino